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“Up” e l’elaborazione del lutto
La Pixar ci ha da sempre abituati ad un cinema d’animazione maturo, capace di trattare i bambini non come esseri inferiori ma come persone capaci di pensare e di riflettere anche su argomenti che inizialmente crederemmo molto lontani dalla loro vita e dalle loro emozioni. L’ultimo film della Pixar è “Up” che, dietro ad una storia avventurosa e divertente, nasconde un’importante riflessione sulla morte e sull’elaborazione del lutto.
La storia è quella di Carl, un anziano che, dopo aver perso la moglie, si accorge di non aver esaudito il suo desiderio più grande: andare ad abitare sulle cascate Paradiso, situate in Sud America. Carl decide allora di gonfiare tantissimi palloncini e di usare la sua casa come fosse una mongolfiera. Una volta partito si accorge però che sulla veranda è rimasto Russel, un piccolo boy scout ciccione e pasticcione che lo aiuterà a modo suo nella sua avventura in Sud America.
Per proporre il tema dell’elaborazione del lutto, gli sceneggiatori di “Up” hanno ricorso ad una allegoria semplice e funzionale: la casa di Carl, contenitore di ricordi e motore che dà inizio alla storia, con il proseguire della narrazione, si trasforma sempre di più in un intralcio per l’avventura intrapresa da Carl e dal suo piccolo aiutante, tanto che spesso e volentieri mette in pericolo le loro vite. La casa rappresenta quindi il lutto che, letteralmente, pesa sulle spalle di Carl: i palloncini tentano di far volare via la casa ma Carl la tiene ancorata a sè, come se volesse per sempre impedire ai ricordi della moglie di scappare su nel cielo, lontani da lui. Quando però Carl si rende conto quanto quei ricordi siano così ingombranti da impedire il proseguimento della sua avventura (ma si sottintende il cammino della sua vita), se ne libera in una sequenza emozionante in cui getta dalle finestre tutto il contenuto dell’abitazione (il suo gesto non è rabbioso, ma ricorda da vicino il momento in cui si svuotano gli armadi di un parente morto da poco). In questo modo la casa può finalmente prendere il volo e posarsi al fianco delle cascate Paradiso, il cui nome non è di certo messo lì per caso: la visione della casa finalmente giunta a sua destinazione non può che non suggerirci che la pace raggiunta dall’anima della moglie di Carl. L’anziano, liberato dal peso del lutto che ha rielaborato, è ora pronto a intraprendere un nuovo ciclo della sua vita, segnata sia dal ricordo della moglie che dal cammino in comune con il piccolo Russel.
Matteo Contin
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