19
nov

Succede…al Ludico-Espressivo #1

Pubblicato in Spunti di riflessione

Ci piaceva l’idea di raccontare quello che succede durante i nostri corsi. Non tanto quello che facciamo in termini strettamente laboratoriali, ma le dinamiche che si creano in quel piccolo microcosmo costruito in tre, cinque, dieci incontri. Il punto di vista di “Succede…al ludico espressivo” non è un campo lungo dove vediamo tutti i movimenti e le relazioni, ma lo sguardo dell’animatore che si focalizza sui particolari, sulle piccole cose che magari sfuggono ad una prima occhiata. In secondo luogo, “Succede…al ludico espressivo” è di fatto anche un piccolo diario di bordo di un animatore, che cresce insieme ai bambini e ai ragazzi. Questa nuova rubrica, non avrà una cadenza fissa, ma spunterà fuori quando ci sarà qualcosa di raccontare.

All’ultimo incontro del laboratorio ludico espressivo mentre ci salutavamo dopo esserci rimessi scarpe e giubbotti, una bambina è tornata sul palco e mi ha abbracciato.

Cercava di afferrarmi tutto… ma mi ha abbracciato. Erano trascorse le circa tre ore passate insieme, come tante volte ormai e quel gesto mi ha fatto riflettere sul nostro cammino, sul confrontarci, sperimentare giocosamente senza nessun condizionamento o presenza che possa castrare il nostro stare insieme.

Mi sono sempre molto preoccupato che tutti i bimbi potessero liberamente esprimersi, offrendogli un luogo caldo, sicuro, con una luce discreta, da condividere e che insieme possano imparare a migliorare senza nessuna cattiva competizione, senza che nessuno li giudichi. Loro mi regalano delle facce stupite, a volte confuse ma mai nel panico e il gruppo ricambia aiutando con una forza, una unione apparentemente scomparsa nella vita di tutti i giorni, dove li vediamo a volte distanti tra loro, distanti da noi .

Riscopriamo le regole, ci sforziamo di rilassarci lasciando da parte tutte quelle cose che impedirebbero il nostro volo.
La nostra bocca, la voce e il corpo possono così sperimentare liberamente e i miglioramenti sono l’essere più sicuri di se stessi, poter dare al nostro parlare, al nostro scandire le parole, un valore da poter utilizzare nella vita di tutti i giorni, a scuola, in casa e con tutti quelli che ci vogliono bene.

Il secondo ciclo laboratoriale era terminato con un lavoro svolto su testi di canzoni a loro sconosciute ed appartenenti ai gusti della mia generazione. L’attività è stata quella di accostarsi al testo senza rimanere condizionati dalla canzone e poter liberamente trovare, grazie a questa mancanza, una chiave del tutto nuova, inedita.
Non abbiamo pensato alla recita, da presentare a fine corso ai genitori; avrebbe rubato ore dello stare insieme, confezionando solo un bel pacchetto per i grandi ma per nulla rappresentativo dei nostri successi.
Ci siamo concentrati ad interpretare un brano, a cascata uno dopo l’altro, ascoltandoci, rendendolo interessante per coloro che ci ascoltavano, usando corpo, voce e cuore.

Avremo tempo per fare spettacoli, per esibirci, per imparare la nostra parte e il nostro ruolo. Sto imparando questo da loro, senza parlare me lo comunicano.

Era senz’altro presente in quell’abbraccio che non dimenticherò.

Scritto da Mauro Mischiatti

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